venerdì 24 aprile 2020

Libera nos a malo

L’altro giorno, in Senato, il prof. Bagnai, commentando le comunicazioni del premier Conte, ha fatto un intervento degno di riflessione. Il senatore ha posto l’accento sulle limitazioni della libertà personale disposte dal governo che, comunque la si possa pensare, sono un fatto cruciale in una democrazia occidentale. Dettate dall’esigenza di contenere il diffondersi del virus, le restrizioni incidono su un caposaldo dello stato moderno, la sacralità della libertà del cittadino. Bagnai non è l’ultimo arrivato, con il suo libro “Fuori dall’Euro”, ci ha regalato pagine di grande intensità sulla natura del sistema monetario di cui facciamo parte. Vorrei solo citare la favola del centro e della periferia. Pertanto, non sarebbe corretto etichettarlo semplicemente come un senatore della Lega. La sua stessa valutazione sull’operato di Conte non è derubricabile a semplice polemica politica. Quest’ultimo ieri ha partecipato alla riunione dei capi di stato e di governo della UE e non ha perso tempo a fare poi la solita diretta Facebook per elencare i grandi risultati raggiunti. Ormai questi appuntamenti del nostro nobiluomo, che comunica direttamente con il popolo, hanno assunto i caratteri della farsa.

Prima di tutto l’Italia non ha ottenuto un bel niente, la bandiera di battaglia degli eurobond è stata definitivamente ammainata, il Recovery Fund diventerà operativo nel gennaio del 2021, se si raggiungerà l’intesa. La verità è che gli amici tedeschi ci tengono al guinzaglio, ma Conte fa credere che stiamo giocando una partita da pari a pari. Dall’affermazione altisonante “…altrimenti l’Italia farà da sola”, siamo passati a chiedere che una parte dei finanziamenti concessi al Paese siano a fondo perduto.

A questo punto, ci sovviene un pensiero che riconosco un po’ strapazzato: domani ricorre la festa della liberazione dal nazifascismo. Ebbene, una delle caratteristiche del Regime era proprio lo scollamento tra una retorica roboante e la dura realtà in cui gli italiani si trovavano a vivere soprattutto durante la guerra. La tragedia si ripete come farsa, direbbe il Moro.

Conte promette agli italiani finanziamenti a tassi aggevolati in banca, ma è di questi giorni la notizia che un istituto bancario ha rifiutato quattordicimila richieste fatte da piccoli imprenditori. Conte promette la cassa integrazione, ma nessun italiano ha ancora visto un centesimo. Intanto, nella realtà quotidiana, le mense della Caritas sono sempre più affollate. Oggi, un fruttivendolo di origine africana ha regalato cesti di frutta e verdura a padri e madri di famiglia italianissimi. Ci sono figli di italiani che non possono seguire le lezioni via internet, semplicemente perché non hanno una connessione ad internet e non hanno nemmeno un tablet. Stanno arrivando vagonate di soldi, anzi sono già in stazione, ma nel frattempo molta gente sta morendo di fame. Gli annunci mirabolanti del premier non sono le parole di un liberticida, ma somigliano molto a quelle del conte Mascetti: la supercazzola con scappellamento a destra…La farsa si ripete come tragedia. Buon 25 Aprile a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento